Carissimi,

desidero in questo giorno dimostrarvi la mia vicinanza. Viviamo una Pasqua particolare e per alcuni tratti profetica. Mi permetto di inviarvi uno stralcio dell’omelia che ho tenuto questa notte durante la veglia Pasquale che ho celebrato in Collegio.

“In questa Pasqua, donaci Signore la grazia di essere uomini di speranza: non illusi ricercatori di questa o quella promessa di felicità transitoria con lo scopo di rincorrere un ottimismo non realista.

Che andrà tutto bene ce l'ha già detto il Signore Risorto: certo andrà tutto bene perché il paradiso è stato conquistato per ciascuno di noi!

Come andrà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane non lo sappiamo.

Questo lungo Sabato Santo della storia finirà quando noi uomini decideremo di abbracciare un nuovo stile di vita, quando decideremo di abbandonare l'uomo vecchio e rinnovare i nostri rapporti.

Tutto non sarà come prima: ci auguriamo che tutto sia meglio di prima, ma non possiamo dire che tutto sarà come prima.

Anzi non vogliamo che tutto sia come prima! Vogliamo invocare da Dio il dono della conversione affinché ciascun uomo possa al momento della ripartenza non cadere nell’errore di vivere così come aveva vissuto fino all'inizio di questa situazione.

Questa situazione non finirà quando inizieremo la vita senza nessuna restrizione. Non finirà quando riapriranno le scuole, gli uffici, le fabbriche; ma tutto avrà compimento quando davvero impareremo a vivere da risorti.

Quando avremo capito che il nostro tempo e le relazioni familiari valgono di più della carriera, quando ci renderemo conto che non esiste dono più bello di vivere onestamente.

Questo tempo sospeso continuerà fin quando l'uomo vivrà in modo egoistico.

Ecco perché abbiamo bisogno di una nuova Pentecoste.

Non importa quando sarà, ma è questa l'unica soluzione possibile.

Senza il dono dello Spirito Santo capace di rinnovare i cuori dei credenti, continueremo a vivere in questo periodo sospeso.

La Pasqua per gli Ebrei è sinonimo di passaggio e di liberazione: così sia anche per noi sia la fine di una logica egoistica e nel vivere e nel ragionare.

Sarà Pasqua quando i miei alunni riconosceranno il dono della scuola come occasione per maturare e crescere in sapienza: impareranno l’arte dell’onesta e la fatica della conquista.

Sarà Pasqua quando i genitori, che in questo periodo hanno toccato con mano le difficoltà nel gestire le fragilità dei figli, riconosceranno nell’ educatore un alleato nel valorizzare i talenti e potenziare le conoscenze dei loro figli.

Sarà Pasqua quando smetteremo di rincorrere il calendario e riserveremo del tempo per coltivare gli affetti veri sinceri e autentici.

Sarà Pasqua quando smetteremo di seguire questa o quella moda impareremo ad avere un nostro pensiero positivamente critico.

Sarà Pasqua quando ci accorgeremo che la nostra felicità non dipende da un nuovo device o dall’ultima novità del mercato.

Sarà davvero Pasqua quando il rispetto e il dovere verrà prima di ogni diritto.

Sarà Pasqua quando ci accorgeremo che la vita è preziosa e ogni giorno è un dono che non va sprecato.

Sarà Pasqua quando ci accorgeremo che esistono tanti poveri che vivono accanto a noi, mentre noi continuiamo a vivere nel lamento e nell’insoddisfazione sprecando tante risorse.

Sarà Pasqua quando avremo una classe politica e dirigenziale capace di guidare il nostro paese smettendo di litigare e pensando davvero al bene comune.

Per questo abbiamo bisogno il dono dello Spirito Santo!

Senza questo dono non è possibile nessun cambiamento. Certo torneremo alla normalità non appena la medicina troverà una soluzione a questo virus.

Ma non potremo dire che sarà Pasqua fin quando non ci rinnoveremo interiormente!

In questa Pasqua stiamo scoprendo che l'umanità vive l'attesa di un compimento che aveva dimenticato! Mentre l'umanità cammina verso il compimento che è la piena realizzazione del mondo in Cristo, necessitiamo di una nuova effusione dello Spirito Santo che ci doni la grazia di vivere di veri figli di Dio.

Negli atti degli apostoli il Signore lo dice chiaramente: attendete il dono dello Spirito Santo!

L'uomo Pasquale è l'uomo che sta in attesa, è l'uomo che si rende conto di aver bisogno di un compimento che lo precede e lo supera. Se l'uomo crede di essere compimento a sé stesso e non custodisce un cuore gravido di desiderio non potrà mai aprirsi al dono di Dio.

Buona Pasqua di resurrezione, buona Pasqua di speranza, buona Pasqua dell'attesa di un compimento che c'è stato già promesso!

Non so quando, (non spetta a noi conoscere i tempi), ma certamente questo tempo sospeso finirà quando l'uomo aprirà il suo cuore al Signore risorto come disse San Giovanni Paolo II: “non abbiate paura, aprite anzi spalancate le vostre porte a Cristo!”

Potremmo anche tornare ad aprire le porte delle nostre case e delle nostre scuole e delle fabbriche, ma fin quando non spalancheremo le porte a Cristo resteremo sospesi nell’attesa di questo compimento, e rincorreremo inutilmente una felicità illusoria.”

Vi porto la mia benedizione, e nell’attesa d’incontrarvi presto vi auguro una serena Pasqua.

Don Andrea

 
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