“Humilitas: nella debolezza la mia forza”

Carissimi,

con rinnovato entusiasmo ci apprestiamo a vivere il quattrocentoventiquattresimo anno scolastico al Rotondi.

Sarà un anno in cui inizieremo i preparativi per l’anno giubilare del Collegio: come ogni grande evento va preparato con cura e atteso con trepidazione. Questo traguardo, che fa del Rotondi la scuola paritaria più antica della nostra nazione, oltre ad essere motivo di vanto e di orgoglio ci aiuterà a rileggere la storia e a scovare nelle sue pieghe i motivi di tale successo.

I traguardi significativi ed importanti sono l’occasione per rammentarci l’importanza dell’umiltà: se da una parte questi traguardi ci rendono fieri, portano talvolta a perdere di vista la concretezza della realtà storica tessuta da un intreccio di momenti di fatica e gioia quotidiana. Non si arriva al successo senza fatica e senza perseveranza.

Proprio partendo da questa convinzione ho deciso di proporre come tematica del nuovo anno accademico una riflessione sull’umiltà, che si manifesta nelle molteplici forme e si radica talvolta nella riconoscenza della propria finitezza e debolezza.

Il motto che ci accompagnerà nei prossimi mesi sarà: “Humilitas: nella debolezza la mia forza”

Immediatamente ci richiama al ministero episcopale di San Carlo, che scelse questo motto per il suo episcopato milanese, e ci ricorda i legami con la Chiesa di Milano, la nostra diocesi e il suo Vescovo.

Inoltre “humilitas” dalla sua radice latina ci richiama “all’humus” e dunque alla terra: noi siamo creati dalla polvere della terra e non dobbiamo dimenticare la fragilità della condizione umana segnata dalla fragilità e dalla caducità.

Chi è dunque l’umile? È colui che, pur riconoscendo le sue doti e i suoi talenti, non si inorgoglisce inutilmente, perché fa memoria della sua fragile umanità.

Alla società dell’apparenza, della perfezione, alla richiesta incessante della prestazione, noi rispondiamo ricordando come l’educazione trova il suo fondamento nell’umiltà. Chi è umile e si mantiene umile non mancherà di essere uomo di successo perché rispetterà il suo prossimo, sarà capace di accoglienza, integrazione e sosterrà chi si trova nelle difficoltà.

Un passo fondamentale per custodire il dono dell’umiltà ce lo consegna San Paolo quando ci ricorda che “nella debolezza è la nostra forza!” Seguendo l’insegnamento dell’apostolo vogliamo riscoprire le nostre debolezze e farne occasione di un futuro fecondo.

Guarderemo alle nostre fragilità e alle fatiche in modo nuovo.

Impareremo innanzitutto a riconoscerle e ad accettarle: solo chi riconosce la propria debolezza può trasformarla in opportunità di successo e non vederla solo come un fallimento.

Chi è il forte? Colui che riconosce i suoi punti di debolezza e rafforza queste eventuali fragilità. La via dell’umiltà è l’unica strada percorribile per un vero successo. In quest’ultimo periodo hanno risuonato spesso nel mio cuore le parole di Paolo: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza, infatti, si manifesta pienamente nella debolezza. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo”. (2Cor 12,9) San Paolo ci ricorda ancora: “quando sono debole, è allora che sono forte”.

Che cosa vuol dire che quando sono debole allora sono forte? Quando sono debole semmai sento di essere inadeguato, non all’altezza della situazione o tutt’al più scattano momenti di euforia, di esaltazione che però spumeggiano in superficie scomparendo subito come bollicine. La parola debolezza di per sé non è desiderabile; ma anche la forza, se è aggressività e imposizione non ha niente di gradevole.

Spesso ho sentito commenti sulla debolezza e sofferenza come un valore in sé stesse, come se accettare la debolezza per la debolezza o la sofferenza per la sofferenza fosse tutto il meglio da fare per essere cristiani, esercitando una sorta di resistenza eroica per ottenere meriti o attenzioni.

Ma vorrei proporvi uno sguardo diverso: personalmente ho paura di guardare la mia fragilità solo quando la giudico ma, se la amo, la comprendo, la chiamo con il suo nome, sgorgano fiumi di tenerezza; e proprio in questo luogo vedo un futuro promettente.

L’uomo spesso sente una vergogna profonda della propria debolezza, che nasconde un bisogno di amore negato,in primis, da sé stesso e consiste in una pressione innaturale a non cedere, per paura di mostrare un volto fragilissimo e ferito, oscurato appunto dalla debolezza.

Quando però asciugo le lacrime del provare vergogna, sgorgano lacrime di gioia perché percepisco la grande tenerezza compressa che sta sotto: negata, ignorata, obliata insieme alla grande forza che l’accompagna.

Carissimi studenti, il tema del prossimo anno scolastico ci ricorda che nessuno è perfetto!

E noi ci vantiamo di non essere perfetti: veniamo a scuola per imparare a riconoscere i nostri limiti, le nostre fragilità e costruire un futuro su fondamenta che si irrobustiscono anche attraverso i piccoli insuccessi. Non abbiate paura a riconoscere le vostre fragilità, a farvi aiutare a superare i piccoli ostacoli che incontrerete. Ogni fatica, ogni difficoltà, se riconosciuta come tale, non è da leggere come un ostacolo, ma come un’occasione.

Chi di voi si sente perfetto, non potrà mai farsi aiutare: non si metterà nelle condizioni di accettare un suggerimento o una critica costruttiva. Nessuno è perfetto, nemmeno la mamma e il papà vi vogliono perfetti: noi adulti vi vogliamo “migliori”, cerchiamo e sogniamo il vostro bene ma non pretendiamo la perfezione. Siate umili per essere forti!

Voi genitori lasciatevi guidare nel riscoprire le eventuali fragilità dei vostri figli, non abbiate paura a riconoscere i loro limiti! Bisogna smettere di guardare a loro solo con sguardo performante! I ragazzi devono percorrere la loro strada, devono imparare a misurarsi con le proprie fatiche, devono scoprire che l’umiltà è la via della perfezione. Date esempio ai vostri figli con gesti concreti di umiltà: insegnate loro il valore del rispetto che non tollera nessuna forma di presunzione e di maleducazione, che non pretende nulla, e che riconosce nell’altro non un nemico, un rivale, ma un fratello dell’avventura stupenda della vita.

A voi docenti il compito di condurre una didattica che attraverso lo studio delle vostre materie conduca gli alunni a riscoprire il valore immenso dell’umiltà ricordando loro come la debolezza sia il vero trampolino di lancio per un futuro promettente. Non abbiate timore nel richiamare chi si atteggia in modo superbo (sia esso genitore o alunno) ricordando la via dell’educazione e dell’umiltà; proponete modelli di vita umili attraverso lo studio delle materie umanistiche, evidenziate come i grandi scienziati siano arrivati alle loro scoperte attraverso la via dell’umiltà e della perseveranza. Quando vi capiterà di consegnare una verifica con un risultato non pienamente positivo, indicate da subito la strada per il miglioramento.

Nel prossimo anno, vogliamo dare il primato alla grazia di Cristo che sgorga proprio dalla fragilità della nostra debolezza.

Come un marinaio che conosce i punti di forza e di debolezza delle sue vele, affronteremo la navigazione che ci aspetta, consapevoli che il vento che gonfia le vele a volte le metterà a dura prova, e a volte servirà per sospingerle nel momento della fatica.

Anche Gesù sulla barca, nel pieno della tempesta, rimprovera i suoi discepoli che non hanno fede in lui. Lui si addormenta nel pieno della tempesta per smorzare il loro orgoglio e risvegliare in loro la consapevolezza della loro umanità. Cosìsileggenel Vangelo diMatteo: “Essendo poi salito su unabarca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco scatenarsinelmare una tempesta così violenta che labarcaera ricoperta dalle onde; ed egli dormiva”. Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!».

Sì! È perduto l’uomo che non si affida, che crede di bastare a sé stesso, che non si apre all’aiuto fraterno e all’azione dello Spirito.

Affidiamo il nuovo anno a Maria protettrice del Rotondi e affidiamoci alla grazia sanante dello Spirito perché sospinga con la sua forza la debolezza della nostra vita.

Ci basti la sua grazia, che sgorga proprio dalla nostra fragilità e debolezza.


Buon anno scolastico a tutti.


Don Andrea Cattaneo

RETTORE.

Gorla Minore 25-07-2022

Festa di S. Giacomo Apostolo
 
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